Attraverso un paziente e complesso lavoro di restauro, supportato dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa, a partire dal 2015 si è intrapresa una complessa opera di restauro degli articoli più compromessi e di pianificazione dell’allestimento nei bassi del Castello con un ambizioso obiettivo: creare un museo permanente della Storia del Costume siciliano tra il XVIII e il XX sec.
Il progetto, a firma degli architetti Giuseppe Gurrieri e Nunzio Sciveres, viene realizzato nel 2016 e portato avanti insieme a una nutrita squadra di professionisti e maestranze. Il concept del progetto ha dato precedenza a un approccio conservativo, data la valenza storica dei locali ospitanti, caratterizzati da ampie volte in pietra e possenti fondamenta, senza tuttavia rinunciare a un innesto di micro-architetture di segno più contemporaneo.
Nello specifico, l’introduzione di “gabbie”, che non negano l’architettura preesistente ma ne sottolineano al contrario la rilevanza in modo del tutto inaspettato, ha reinventato le volte e le pareti della struttura, ricoprendole interamente con tendaggi in velluto ignifugo naturale che, senza intaccare la struttura muraria, risolvono il problema dell’oscuramento della luce naturale.
Inoltre un sistema di teche, pedane e luci orientabili ha completato lo splendido e prezioso contenitore.
L’allestimento dei pregiati pezzi da collezione è stato affidato alle sapienti mani dell’architetto Giuseppe Nuccio Iacono, coadiuvato con competenza da fidati collaboratori con i quali ha organizzato una coinvolgente narrazione di “tre secoli di moda”.
Al museologo-storico del costume è stato affidato il delicato compito di andare oltre le forme e i colori della materia per sentirne la “parte immateriale” che ne costituisce l’anima invisibile: dietro ogni piega ha voluto riportare alla luce le danze, la musica, gli sguardi e le chiacchiere e quella fitta trama sociale di un mondo lontano.
Ogni manichino ha interpretato il corpo che ha indossato quell’abito mediante un certosino lavoro di modellazione della forma che ha seguito e accompagnato le linee sartoriali del vestito.
A completamento, una serie di accorgimenti che garantiscono con impianti tecnici tutti i parametri necessari per la corretta conservazione dell’umidità relativa, temperatura, filtraggio delle polveri e illuminazione.
Il MUDECO così, dall’ottobre 2020, può aprire le sue porte ai visitatori del Castello di Donnafugata.