In Sicilia, nella seconda metà dell’Ottocento, uno dei problemi principali e di maggiore interesse economico era il trasporto dello zolfo estratto nell’entroterra verso le raffinerie della costa. A tal fine era stato approntato un massiccio piano di costruzione di linea ferrata.
I primi centri ad essere raggiunti dalla ferrovia furono infatti i comuni interessati dall’estrazione e lavorazione dello zolfo, quindi Canicattì, Caltanissetta, Licata. A valle di queste linee principali, vennero messe in cantiere altre ferrovie, cosiddette complementari.
Una di queste era la Siracusa-Gela-Canicattì che, nel suo percorso ragusano, aveva in progetto le stazioni di Acate, Vittoria, Comiso, Genisi, Ragusa, Ragusa Inferiore, Modica, Scicli, Pozzallo e Ispica. Ad un certo punto, però, venne inclusa anche una stazione a DONNAFUGATA dove, in quel momento (intorno al 1890) non vi era altro che campagna. E la villa del barone, ovviamente.
Con Ordine di Servizio Generale n.10 del 14 giugno 1893 della Società Italiana per le strade ferrate della Sicilia si comunicava ufficialmente: «Il giorno 18 corrente giugno verrà aperto all'Esercizio il nuovo tronco di linea Comiso - Modica, della lunghezza di chilometri 52,720. Con tale apertura venendo ad essere messe in comunicazione diretta le due stazioni di Comiso e di Modica, già attivate al pubblico servizio, resta completata l'intera linea complementare Siracusa-Licata.
Detto tronco comprende le Stazioni di Donnafugata, Ragusa Superiore e Ragusa Inferiore tutte provviste di telegrafo, di secondo binario, di sagoma-limite e di piano caricatore.
Ragusa Inferiore è provvista inoltre di magazzino merci; Ragusa Superiore è provvista di magazzino merci, di ponte a bilico e di rifornitore. In quest'ultima stazione c'è pure la Rimessa locomotive provvista di piattaforma girevole per locomotive.»
Il barone c’era riuscito. Ma l’ordine di servizio riportato fornisce un’ulteriore importante informazione in quanto si cita l’esistenza del telegrafo. Fino ad allora i telegrammi arrivavano alla vicina stazione telegrafica di Santa Croce Camerina e venivano consegnati a Donnafugata dal portalettere di zona.
Il 25 luglio 1893, però, così come riportato nel Bollettino delle Regie Poste n.9 del 1893 a pag.499, venne istituito un Ufficio Telegrafico F(0.20). La notizia, in sé comune a tante altre dello stesso tipo, ebbe invece rilevanza persino sul n.177 della Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia del 28 luglio 1893, a significare appunto l’importanza che rivestiva e ricopriva quel fatto.
Ma il barone non trovava utile soltanto inviare e ricevere telegrammi. Il barone voleva inviare e ricevere anche corrispondenza! E, difatti, poco dopo, ed esattamente l’1 novembre 1893 (Bollettino delle Regie Poste n.11 del 1893, pag.596), venne istituita la Collettoria Postale di seconda classe “Donnafugata” con dipendenza Ragusa, in provincia di Siracusa. Val la pena ricordare che, all’epoca, il territorio apparteneva alla provincia di Siracusa dal momento che la provincia di Ragusa (cui oggi amministrativamente queste aree appartengono) venne istituita soltanto nel 1927.
Due anni più tardi, e precisamente il 16 ottobre 1895 (Bollettino delle Regie Poste n.25 del 1895, pag.884), la collettoria postale venne elevata alla prima classe, sempre con dipendenza Ragusa. Ormai, proprio dal 1893, le collettorie di prima e seconda classe erano state pressoché equiparate a livello di servizi postali erogati al pubblico, ma mantenevano una precisa distinzione in base alla mole di corrispondenza da gestire, e quindi all’importo della fidejussione da attivare (sorta di fondo-cassa). Se, quindi, Donnafugata venne elevata da seconda a prima classe significa che dal castello e per il castello le lettere viaggiavano, eccome.
La notizia è particolarmente significativa in quanto detta collettoria non è citata nel fondamentale lavoro sulle collettorie del Regno d’Italia di Gaggero e Mondolfo, nemmeno tra gli uffici non rintracciati. E senza dubbio era motivo di vanto e attrazione in quanto persino sulle cartoline del castello vennero riportati tre simboletti atti appunto a significare la presenza dell’ufficio postale, dell’ufficio telegrafico e della stazione ferroviaria: un’indicazione non comune per le cartoline dell’epoca!
Venendo meno l’utilità originaria per la quale erano stati istituiti, il servizio telegrafico fu dismesso nel 1931 e la collettoria postale soppressa nel 1933. Il bollo in uso nell’ultimo periodo era il classico doppio cerchio con lunette vuote e la dicitura "Donnafugata | Ragusa".
(Marzo 2020 - Nuccio Iacono)