Fratello del giurista Emerico Amari, fu patriota e uomo politico. Antiborbonico per eccellenza ricoprì la carica di deputato al Parlamento rivoluzionario del 1848 e, quando l’anno successivo i Borboni tornarono a reggere la Sicilia, luì andò in esilio a Genova dove, nel 1860, costituì un comitato in aiuto dei Mille.
Nel luglio del 1860, dopo essersi conquistato la fiducia di Cavour a Torino, si recò a Palermo per portare a Garibaldi le istruzioni del presidente del consiglio piemontese. Nel settembre, in seguito alle dimissioni del prodittatore Depretis, che si batteva per una rapida annessione, dette a sua volta le dimissioni. Divenne senatore del Regno nel 1861.
Negli anni seguenti fu prefetto di Modena, Como e Livorno, e infine consigliere della Corte dei conti dal 1868 al 1876. Morì a Palermo il 7 gennaio 1877.