Il “Cigno Catanese”, introdotto alla musica dal padre, organista e maestro di cembalo, debuttò a 24 anni con la sua prima opera, Adelson e Salvini. Autore di capolavori ancora oggi osannati quali La Sonnambula o la Norma, fu stroncato da una “infiammazione acuta del grosso intestino complicato da ascesso di fegato” all’età di 34 anni. Nulla poté la spilla anti-malocchio in cristallo di rocca e corniola nera che teneva sempre con sé.
All’annuncio della morte di Vincenzo Bellini i Catanesi ne furono sconvolti e spontaneamente, intervennero, vestiti a lutto alla rappresentazione della Norma presso il Teatro Comunale, parato con drappi neri. Per trasportare le spoglie di Bellini al suo rientro a Catania nella notte tra il 26 e il 27 settembre del 1876, fu, eccezionalmente, usato come carro funebre la Carrozza del Senato, così chiamata, perché costruita nel 1700 per gli amministratori di Catania ai quali era stata assegnata, data l’importanza della città, il titolo di Senatori.