Gabriele Arezzo di Trifiletti
<<Tutto ebbe inizio con la morte di mio padre, che avvenne nel 1984: con mio fratello sorteggiammo l’eredità di famiglia conservata tra i saloni della villa di Marina di Ragusa [la castellana –ndr] e il Castello Vecchio di Ragusa Ibla. Mio fratello, quando aprì i suoi bauli, vi trovò argenteria e oggetti preziosi mentre i miei 408 bauli erano pieni di vestiti e accessori conservati per secoli dalla nostra famiglia. Ero arrabbiatissimo: non volevo fare il “pezzaro”. Tra l’altro si era rotto il mio primo matrimonio ed ero rimasto solo con una figlia. Furono due miei amici, Rosario La Duca e Gaetano Basile, a farmi cambiare idea: “Tu ti lamenti, ma qui hai un tesoro”. Così con mia figlia cominciammo ad aprire le casse: non capita a chiunque di trovare abiti e oggetti personali appartenuti a Emerico Amari e Franca Florio e tanti altri nomi altisonanti.
Quella che mi era capitata non era semplicemente un’enorme collezione di abiti bensì quattro secoli di storia di una famiglia che per tutto quel tempo aveva conservato non solo i suoi vestiti ma qualunque tipo di accessorio>>.
Questo raffinato gentiluomo appartenente a due tra le famiglie più nobili e più antiche di Sicilia, gli Arezzo e gli Amari, i cui stemmi sono raffigurati in una delle sale del castello di Donnafugata a Ragusa, da allora ha trascorso la vita a catalogare e completare le collezioni acquistando alle aste i pezzi mancanti”. Fino a quando, nel 2014, il Comune di Ragusa decise di acquistare la collezione.