Quando nel 1628 Giovanni Arezzo La Rocca, barone delle Serre e Giudice della Gran Corte della Contea di Modica, venne investito del titolo di primo Barone di Donnafugata il sito dove oggi sorge il Castello di Donnafugata doveva essere poco più che una masseria, organizzata intorno al cortile centrale (baglio) per addizioni di corpi architettonici aventi per perno una preesistente torre quadrata detta “Torre di Bianca” per il legame con una credenza popolare di una “ronna fuiuta” (donna fuggita) che si legherebbe al toponimo.
Si racconta infatti che, morto il re Martino nel 1409, il Regno di Sicilia venne affidato alla vicaria, sua moglie, la regina Bianca di Navarra. Fra le molte attenzioni la regina Bianca attirò anche quelle del Conte di Modica, Bernardo Cabrera che – si racconta – rinchiuse la Regina Bianca nella torre quadrata sperando di convincerla a sposarlo e diventare così re di Sicilia. La fuga di questa ha avvolto di un velo romantico il significato del nome Donnafugata che si vuole ancorare al XV secolo.
Come ogni leggenda nasconde un fondo di verità, il fatto storico da cui essa stessa scaturisce è probabilmente l’acquisto del feudo di don Guglielmo Bellio Cabrera da parte della famiglia Arezzo nel lontano 1648.
Quanto al curioso nome “Donnafugata”, lasciando da parte le presunte fughe di donne, pare invece che derivi dalla lingua araba che battezzò come Ayn As Jafaiat (= Fonte della Salute) una sorgente che sorge nei pressi del castello.
Regina Bianca di Navarra (1387-1441) Contea di Modica – 1716