Corrado Arezzo
Il barone Corrado Arezzo (1824-1895), noto conoscitore di botanica e amante delle piante esotiche, diede avvio al progetto e alla sistemazione del giardino.
L’agrumeto e il frutteto – tipici elementi dell’orto alla siciliana, presenza costante nelle case di campagna nel ragusano – furono inglobati all’interno di un progetto più ambizioso che vede l’influenza della nuova cultura dominante che era quella della trattatistica e manualistica di genere, presente in un buon numero di esemplari nella biblioteca del castello.
Dal testo di Ercole Silva, “Dell’arte dei giardini inglesi”, presente nella biblioteca del castello, il Parco di Donnafugata trae infatti l’organizzazione dell’impianto del parco “per paesetti“.
Non era sufficiente che il parco venisse semplicemente ammirato dai visitatori: bisognava creare stupore con una serie di spazi “inattesi”, come in una scenografia teatrale ben costruita. Percorrerne i sentieri sarebbe stato come addentrarsi in una serie di quinte “prospettiche” che ne celebravano la bellezza, il pittoresco e la meraviglia.
È in quest’ottica che dalla solarità mediterranea degli agrumeti e dei carrubi, si passa alla romantica e malinconica area dei cenotafi e dei cipressi, per concludere con i divertissement come il Monaco della chiesetta o gli schizzi d’acqua del berceau. L’aspetto romantico del giardino inglese si concretizza invece in luoghi come la collina con tempietto circolare, il labirinto, la Coffee House, la “grotta-ninfeo“.